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Ed ai nostri tempi (parlo di paesi civilizzati e progressisti) che cosa significano, in faccia al principio filosofico del diritto, l’ostracismo degli ebrei?

Che cosa, le barriere elevate alla libera associazione dalla diversità di credenze?

La diseredazione del figlio che ha lasciato la religione paterna?

La frase comune a molti codici, tolleranza dei culti?

La schiavitù delle razze colorate?

La soppressione dell’intelligenza e dell’attività femminile?

L’individuo, vivendo nella famiglia, e nella società, porta alternativamente in quella le impressioni ricevute in questa, ed in questa i sentimenti e le idee in quella assorbite: ed è però sommamente necessario che l’organizzazione politica armonizzi coll'organizzazione della famiglia, e lo spirito stesso e l’eguale indirizzo all’una ed all’altra simultaneamente s’imprima.

Senza questa congiura, per dir così, di tutte le istituzioni contro i facili eccessi delle passioni, non potrà mai l’uomo informarsi ai precetti della giustizia, nè mai potrà avvertirne la somma importanza. L’incoerenza conduce al gratuito, il gratuito all’arbitrio, l’arbitrio all’egoismo, l’egoismo all’ingiustizia.

Ma in appoggio di questo mio concetto mi cadono in acconcio, e vi spiegheranno meglio assai ch’io non sappia l’importanza di questa coerenza di principii, le riflessioni del gran Beccaria sullo spirito delle famiglie, nel suo libro Dei delitti e delle pene. Ecco le sue parole:

«Quante funeste ed autorizzate ingiustizie furono approvate dagli uomini anche più illuminati, ed esercitate anche dalle repubbliche più libere, per aver considerato la società piuttosto come