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gestione al cuore in seguito ad una serie di emozioni tenere troppo frequenti.

Bisogna confessare che, se l’uomo è egoista, lo è poi anche senza nessuna velleità, e di tutto cuore! Non v’è altro commento possibile a siffatte teorie.

Ora, sia che si neghi alla donna ogni funzione, sia che le si assegni un lavoro, ella fu sempre fin qui in balìa dei capricci d’ogni filosofo, il quale le dà, o le toglie, la eleva, o la abassa, la invita o lo respinge in base al tipo ideale che ciascun di loro se ne forma. Ma al dì che corre deve la filosofia aver capito, che la soluzione di un problema sociale non può esser nella testa d’un uomo, ma se ne sta latente nella natura, la quale non potrà mai rivelarsi fino a che sarà interrogata coll’animo preoccupato da pregiudizii o da interessi veri o supposti.

E dico veri o supposti, perchè tutto ciò che è fuori dell’ordine e del giusto, se può per avventura favorire un piccolo e precario interesse, deve però alfine chiarirsi ineluttabilmente incompatibile ed ostile ai grandi e duraturi interessi dell’individuo e dell’umanità; per cui, se a mo’ d'esempio oggi trovava assai acconcio il forte il diritto di conquista, trovandosi domani in faccia un più poderoso avversario, era pur costretto a confessare essere ingiusto e precario il diritto della forza.

Ma questi riflessi sendo stati fatti dall’uomo un po’ tardi, anzi da pochi uomini fatti anco al dì che corre, ne avvenne che le istituzioni di tutti i tempi si risentirono di quelle prevenzioni e pregiudizii a cui accennavamo; ed al tempo in cui viviamo è pur doloroso dovere confessare che ancora la forza è in onore, che diritti e doveri sono più che parzialmente distribuiti, e che con una logica degna degl’interessi, più assai che