Pagina:La Donna e i suoi rapporti sociali.djvu/188


183

Si disse, l’uomo soverchia la donna in intelligenza, e la donna supera l’uomo in sentimento. Sonvi però molti uomini che superano molte donne in sentimento, e molte donne che superano molti uomini in intelligenza; più, l’educazione che si sforza di favorire e di sviluppare la intelligenza nell’uomo, fa tutto il suo meglio per isfavorirla ed atrofizzarla nella donna.

Si disse, l’uomo è fatto per l’attività, la donna per la quiete; è una gratuita asserzione, è una prevenzione locale. Parlandosi della donna e della famiglia, dovete aver letto i costumi di pressochè tutte le nazioni barbariche, che gravano la donna di tutte le fatiche, e dove le è imposta la massima attività, mentre gli uomini passano oziando la vita; più, anche fra noi vediamo i due sessi sobbarcarsi ad eguali fatiche nelle classi agricole e manufatturiere. E così via dicendo, quando vogliansi confondere le risultanze dell’applicazione dei nostri sistemi, colle leggi della natura che l’uomo non istudiò mai con ispirito vergine da criterii preconcetti, coll’animo emancipato dalla segreta ispirazione degli interessi; noi troveremo sempre le nostre classificazioni in faccia a sì sterminato numero d’eccezioni, da persuaderci essere quelle troppo poco attendibili.

Dalla impossibilità di classificare ne emerge l’incompetenza d’un arbitrato qualunque a determinare le funzioni dell’individuo in faccia al lavoro sociale; e da quella incompetenza ne emerge a sua volta il diritto spettante all’individuo solo di determinarsi ad un genere di lavoro, dietro le attitudini ch’egli sente prepotenti in sé stesso, donde la varietà delle vocazioni, e la libertà della scelta dei mezzi ad assecondarle.

Ora, una gran parte delle nullità morali, che ingombrano l’umana società, non possono ad altro accagionarsi che a questo incompetente arbitrato