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XIII

ebbrezza, che però in altri tempi fu alzata al grado di sacro rito e si procurò ad onorare la divinità (testimonio le romane Baccanti e le greche Menadi) e non la pagana solo, ma la cristiana altresì.

Informata la donna agli assiomi della morale, ed avvezza a scernere con sicurezza fra il bene ed il male, fra la forma e V ente, fra i consigli sussurratigli all’orecchio dagli interessi e dalle passioni, ed i precetti intransigibili del dovere, fra le più o meno logiche esigenze dell’opinione, e l’incrollabile coscienza dei principii, ella non sarà più facile pesca all’amo delle seduzioni, che amano nell’attuale civiltà (che ha bandito la brutale violenza) porsi in aguato dietro speciose dottrine, ed avvilupparsi fra i facili argomenti d’una relativa e compiacente morale.

Ed ecco in qual modo, sollevando la donna dall’opinione, intendo avviarla alla morale.

La religione fu sempre e dovunque potentissimo mezzo a dominare la donna, e sta bene; ma io vorrei che questo sentimento, ch’è in lei tanto sentito e dominante, non in mano altrui fosse, ma in sua mano; non diretto a farla schiava perpetua dell’altrui avviso, epperò dell’interesse altrui talora cieco strumento, ma sollievo le fosse e guida attraverso i delirii dell’umana mente e gli errori d’una peranco non adulta filosofia.

Gli è in vista di ciò che, partendo io dalla semplice ragione religiosa ad appagamento dello intelletto (dacchè voi a qualunque culto apparteniate siete in possesso delle religiose dottrine), più che della teoria, della pratica applicazione mi sollecito di questo nobilissimo fra i sentimenti dell’anima umana. Laonde non sopito e latente vorrei rimanesse in voi, oppure sterilmente espresso con atti esterni convenzionali che, per quanto moltiplicantisi, poco costano all’uomo, e meno onorano Iddio,