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non le si dà nozione alcuna del diritto; la civil società la respinge siccome incapace, ma nulla le si insegna di ciò che può farla capace: l’opinion generale diffida della sua intelligenza ad onta dei fotti che l’affermano, ma non le si presenta niun mezzo di sviluppo e d’applicazione.

Dichiarata non responsabile ed incapace in ogni atto che le dà dignità e le suppone intelligenza, responsabilissima reputata in ciò che la infama, e capacissima di ciò che la fa punire o spregiare, ella è veramente in faccia alla umana dignità il Paria e l’Ilota, col quale sì la legge che l’opinione non si danno pena alcuna d’esser logiche, conseguenti ed eque.

L’istruzione ed il lavoro, ecco le sole forze che possono e debbono risollevare la donna ed emanciparla. Finchè la società non l'avrà fatto, nessun argine resisterà al torrente della corruzione, niuna diga si opporrà al degradamene morale e materiale della specie.

Nè la legislazione potrà dirsi filosofica e razionale finché di tutti i componenti la società umana non avrà tenuto conto, e non tutti avrà veracemente tutelato; nè le istituzioni potranno dirsi libere fino a che un elemento così numeroso qual è il femminile, dovrà tutte subirle, senza contribuire alla formazione loro; nè la civilizzazione potrà dirsi, non che compiuta, neppure iniziata, finchè tanto resta nella società, che civile si chiama, d’ignoranza procurata, di forzata servitù e di insultante ostracismo sopra umane creature: nè un secolo potrà dirsi illuminato se non riconosce il diritto dell’intelligenza ovunque si trova.

Istruite la donna! Se la natura non l’ha fatta pel sapere, ella non risponderà all’appello della scienza; ma s’ella vi risponde, allora è nell’ordine di natura e di provvidenza ch’ella concorra al sociale edificio.