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IX

quella via, sarebbe pur sempre stato a mio credere superfluo lo ripetere ciò, che già in mille guise fu detto, lo illustrare ciò, che è già sì ricco d'illustrazione, e discutere di ciò, che tutte le opinioni già trova unanimi e concordi.

D’altronde l’occhio a voi rivolgendo, lettrici mie, trovavo quantità di scrittori, che a voi consacrarono le penne ed i temi, e voi fecero argomento e le vostre doti, e la potenza vostra, e perfino le vostre fralezze, a lavori d’ogni genere, d’ogni forma, d’ogni portata; così che sarebbe impossibile darvi encomii più lusinghieri, e biasimi più indiscreti, nè mostrar di voi maggiore stima, nè di peggior dispregio caricarvi; e neppure alcun che di nuovo insegnarvi; poi che da oratori d’ogni colore e pensamento vi si diresse la parola e l'insegnamento.

E chi vi volle educate a passività assoluta e v'insegnò dover essere voi siccome cencio pieghevole, oggetto da strappazzo nelle mani di chi poteva e sapeva imporvi ogni sua voglia; e chi cinte di ferro il seno, e il volto ascoso dalla robusta celata d’un elmetto, vi cantò valorose nella lotta ed intrepide nel periglio; e chi, raccolte in lungo e fitto velo, inaccessibili a sguardo mortale, vi collocò fra il vestibolo e l’altare e, fra i vaporosi labirinti del misticismo, la perfezione vi additò nell’oblio di tutto e di tutti; e chi, dalla potenza dei vostri vezzi soggiogato, proclamò essere il fine della vostra mortale carriera la terra adornare e rallegrare col raggio della vostra bellezza, e la soavità del vostro sorriso, ed educate perciò vi vorrebbe a far somma stima di quella e ad avervi facile questo.

Ora, dove insuperabile difficoltà credeami incontrare fu là appunto dove m’ebbi lo intelletto illuminato ed addirizzato. Il cuor si solleva involontario alla vista del sommo egoismo, che la mag-