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nostri mari, e che tuttora tengono tirannamente vincolato il bel paese, come l’avvoltoio figgeva e rifiggeva nelle carni dello avvinto Prometeo l’artiglio spietato.

Ricordatevi che, pel fatto della generazione, la donna fa l’uomo, e che però l’effetto tien natura sua dalla causa, il frutto dall’albero, la conseguenza dalla premessa; e come la forte e generosa lionessa non genera lo stupido e vile montone, nè la tortora selvatica e piagnolosa genera l’aquila sublime, così dalla donna stupida, inerte, passiva, non esce la prole che floscia, impotente ed appena moralmente larvata.

Ciò ben comprendeva Casti quando scriveva:

«E inver come potrebbe esservi cosa
«Dall’origine sua diversa tanto,
«Che se l’origine sua fu difettosa
«Abbia di integra e di perfetta il vanto?
«Come da fonte limaccioso e impuro
«Scorrere umor poiria limpido e puro?»

Ricordatevi che, per le supreme leggi della natura, l’umanità bambina è affidata alla donna, che dopo aver creato l’animale, deve formare l’essere morale. Ma se in quel primo processo la natura ha fatto tutto, qui deve tutto farsi, dalla educazione, dalla coltura, dalla forte e longanime potenza del volere, null’altro da natura ricevendo che l’appoggio dell’immenso ed inesauribile devozione materna, che d’ogni abnegazione e martirio si fa gioia e corona. E questi pensieri e queste meditazioni debbono, o giovinette, precedere il nodo coniugale, il quale non è che il mezzo che vi porge la materia del compito vostro.

E nello improvviso nascer gigante dello amore che esplode istantaneo siccome fosforica scintilla; e nella balda e prepotente sua vita che spinge