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dalità, e tutto così cospira a spingere la donna indifferente e sovente lieta a quel legame per lei così penoso che la natura sola colla invincibile prepotenza dell’amore dovrebbe forzarla ad accettare. Infatti non saprei perchè, la femminil gioventù debba essere dannata alla perpetua reclusione del convento o del gineceo; perchè nell’educazione che le si imparte altro non si proprocuri che la sua morale evirazione; perchè sottomessa ai più minuti capricci dei parenti, come più tardi lo è a quelli del consorte, nulla si trascuri per distruggere e nichilare la sua autonomia, per cancellare in lei ogni personalità. E questa nullità morale perdura al di là del termine della minorità legale, ed innoltra costante fino a che pare e piace allo incontrollabile arbitrio dei parenti.

Ottenuta finalmente, come non è a dubitarsene, questa morale nichilità, allora si persuadono i parenti, averla perfettamente educata, ed assumendo allora la direzione assoluta dei movimenti della natura non consultandola in nulla, ma forzandola sempre, si vuol tuttodì intenta ai lavori d’Aracne quando vorrebbe consegnare alle carte i prodotti dello innato ingegno! la si spinge al misticismo, mentre ebbe da natura sortito lucido intelletto che dal gretto, dallo specioso, dal gratuito rifugge; le si pone fra mani uno spartito musicale quando l’occhio suo delira dietro alla sublime armonia della natura e freme in cuor suo di ricopiarla, oppure si sforza e colorire, al che natura non la sortiva, mentre tutta pende affascinata dalla magica arte dei suoni che le vengono vietati; e così mano mano si prepara a sagrificare gli affetti agli interessi, a impor silenzio alla natura per le convenienze sociali, a farsi insomma pieghevole, elastica, non altri principii avendo che le opinioni di chi le