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si rifiuti giammai di soddisfare alla lunga serie dei perchè così provvidamente abituali nella infanzia, e scaturendo le idee dalle sensazioni le ponga alla portata del tenero intelletto non ancora maturo alle ontologiche astrazioni.
Certo che dovendo la madre continuare il più tardi possibile l’educazione del figlio, deve ella stessa prepararsi al difficile ministero colla coltura dello spirito, la elevazione della mente, e la morale abnegazione che la diverta compietamente da ogni frivolezza e tutte rivolga le sue facoltà al serio compito di formare l’uomo. — Egli è perciò che fin dal principio di questo lavoro dicevamo che se il solo istinto materno basta al disimpegno delle materiali cure per quanto assidue e penose, che esige lo allevamento dell'uomo animale, non bastano certo per la educazione dell’uomo morale ed intellettuale. Occorre ed urge, e seriamenta urge che la donna si convinca di questa verità onde più non avvenga siccome finora accadde che impegnandosi nel grave assunto della madre di famiglia, non creda puramente e semplicemente di porsi nella naturale condizione di tutti gli esseri che natura indistintamente chiama alla generazione, e di farsi una posizione sociale, ed assumere un nome col quale è presentata al mondo e consegnata ai pubblici registri. No, tutte le generazioni passano per le mani della donna, la quale trovasi con esse tutte in rapporto di causa ed effetto. Dalle fiere donne di Sparta nacquero i più grandi eroi della indipendenza, dalle altiere matrone di Roma nacquero i conquistatori del mondo, dalle mollissime ed abrutite donne d’Oriente nascono gli effemminati e retrivi musulmani, e dovunque e sempre, lo stato morale della donna è il termometro che segna esattamente i gradi della civiltà, della coltura, del carattere morale dei popoli e dei tempi.