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N.° 24.

Il Folletto di Napoli, giornale umoristico, nel suo n. 166, anno II, del 18 agosto 1867, per invidia personale pubblicava il seguente sarcastico articolo:

I giornali serii

Se avessi tanto per intraprendere un viaggio, me ne anderei senza manco esitare un minuto nelle Antille, nelle Terre del fuoco, nella Groeladia, nella nuova Zelanda!

In una parola vorrei diventare un secondo Robinson Crosuè.

E sapete perchè?

Per non sentire a parlare più di cholera, di pedecchiale, di perniciose, di morte improvvise, di casi di pazzia, di furti, di omicidii, d’infanticidii, uxoricidii, di lago d’Agnano, di malattie epidemiche, di vajuolo, di esalazioni mefitiche e di altre piccole, grosse e mezzane disgrazie della vita umana.

Napoli — secondo la lettura de’giornali — è diventata una una vasta corsea di ospedale.

Scommetto che vi è qualche cosa che non si rattrova nel vaso di Madama Pandora.

Povero Napoli!... Se dura questo stato di cose, tre quarti della popolazione emigrerà come gl’irlandesi ed i circassi.

Di fatti, molto si sono allontanati da Napoli, ed il resto si accinge a partire.

Di chi la colpa? È tutta de’ giornali.

E se queste miserie non bastassero, n’è sorta anche un altra — sempre in grazia dei nostri giornali serii — vale a dire la miseria Jaccarino.

Chi è Jaccarino? — Diamine, è impossibile ignorare Domenico Jaccarino a Napoli.

Jaccarino — dopo Totonno Tasso e D. Antonio il cecato — è l’uomo più umoristico del Casalone.

È autore per lo meno di venti produzioni teatrali, tutte applaudite... da quattro o cinque amici — di cinquanta o sessanta giornali, tutti venduti... a Raffaele alla Galitta — di sette o otto storie... tutte rimaste al primo fascicolo — e