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Le parole son chiacchiere morte, e nient’altro. I fatti son chiari, ed i lettori dì entrambi i fogli che si son trovati a rilevar due numeri, il 14 ed il 6, vedranno a chi spettano entrambi, non sapendo, e non volendo qui dirlo, perocchè fin’ora io abbia scritto della inutilità di queste scaramuccie giornalistiche.

E qui pongo termine, con l'augurio, che l’Italia abbia sempre dei Pazzi, che non isfruttino il lor tempo: e delle Staffette, che segnalino al più presto la via di andare a Roma!

carelli attilio bartolomeo


N.° 15.

La Patria, giornale politico di Napoli, nel suo n. 222, anno 7. del dì 13 agosto 1867, pubblicò anche essa poche parole su questa traduzione, esprimendosi così:

Abbiamo letto nel giornale La Partenope i primi canti del Divino Poema di Dante Alighieri, tradotto in dialetto napolitano dal signor Domenico Jaccarino, e veramente non possiamo che incoraggiare anche noi con la nostra parola di lode l’arduo lavoro del traduttore, che tende ad uno scopo nobilissimo ed utile alla classe del nostro popolo minuto, qual'è quella di rendergli intelligibili quei tesori di sapere che sono riposti nella Divina Commedia.

Sappiamo inoltre che il signor Jaccarino è stato autorizzato dal Ministro della Pubblica Istruzione ad aprire in Napoli una Scuola Dantesca.

N.° 16.

Il Giornale di Napoli (Ufficiale) nel suo n. 221 del 13 agosto 1867, nella Cronaca Interna pubblicò le seguenti linee per incoraggiare il Traduttore del Dante:

«Il signor Jaccarino Domenico aprirà fra non guari in Napoli una Scuola popolare Dantesca, per la quale ha ricevuto una lettera d’incoraggiamento dall’onorevole Ministro della Pubblica Istruzione, che abbiamo avuta sott’occhi. Il sig. Jaccarino è l’autore della versione in dialetto napolitano della prima cantica della Divina Commedia, pubblicata dal giornale La Partenope. Questa a versione vien letta comunemente con piacere.