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E pur si risponde, e pur si mena clamore, ripetendo il contrasto in termini nè tanto decenti, nè tanto letterarii!
E poichè non mi garba punto, nè poco il discorrer di fatti senza provarli, o i metter giù de’ paroloni, dei principii senza razionalizzarne il costrutto, mi fo permesso carezzare un pochino la storia del fatto, e conversar di vantaggio su la ragione del già detto.
Di fermo; Che Jaccarino abbia tradotto lodevolmente si dirà sol quando alla Staffetta piaccia e venga in taglio di rubare qualche modo poco adattato, o poco inteso dalla maggiore degli Uomini. Ma, che lo stesso abbia fatto cosa che gli meriti il nome di bravo poeta è tal vero, cui l’orbe, almeno, dell’occhio destro della ragione potrà mettere sul dubbio.
È bravo poeta, in fatti, perchè ha popolarizato un poema, immenso pel principio, infinito per la purezza e grandezza di lingua.— È bravo poeta, perchè ha visto in Dante la essenza della forma vera, per tradurlo nella forma di un dialetto tutto semplice, grazioso, e leggiadro. — È bravo poeta, in fine, perchè ha voluto, in altri termini, dire al popolo; avrò tradotto Dante, forse non bene così da meritar placito; ma talmente feci, perchè vo’ che nel tuo stile, nei tuoi detti faccia misto di questi mirabili dettati, di questi indefinibili pronunziati.
Ecco perchè Jaccarino è buono, bravo, ed utilissimo poeta, tanto che chi lo straccia e dilania non avrà, nel giusto senso, mirato in che consista la grandezza e la bontà del Poeta!
Nè posso ristarmi dal notare la inciviltà della forma della dolcissima Staffetta! ci vuol poco a scorgere, che far fronte anche al giudizio falso, che altri porti di un giovine, è frutto dell’invidia che macera. Se il Pazzo ben disse, o non, in riputar grande Jaccarino, giudichi il lettore: ma che la Staffetta vi faccia bordone con quattro righe di rivista bibliografica, è tale incongruenza da meritare lo sprezzo, e la indignazione de' buoni!
Fo voti, perciò, col bravo amico signor Cassitto, che lasci in dimenticanza il già detto, per ottenere che la Staffetta ponga termine a questa, che non dirò polemica, non avendone il carattere, nè il principio; ma a tanta, ostile garrulità, che tutta fonda su de’ pettegolezzi, cui si oppone sempre la serietà di uno scopo designato, e la civiltà di uomini culti ed intelligenti.