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N.° 13.

La Rivista Teatrale, giornale artistico letterario di Napoli nel suo n. 11, anno 3. del dì 9 agosto 1867, stampò il seguente articolo di critica contro quello pubblicato dal giornale Il Pazzo:

«Il signor Domenico Jaccarino ha tradotto in dialetto napolitano La Divina Commedia, e la va pubblicando sul giornale La Partenope, da lui diretto. Noi ci riserbiamo dare un giudizio critico sul lavoro suddetto, non appena che avremo avuto il tempo di leggerlo, e nel mentre lodiamo la felice idea del Jaccarino, siamo rimasti scandalezzati da un articolo critico d’un neonato giornale umoristico. Noi non confuteremo le parole del Pazzo (questo è il nome del giornale) ma semplicemente le riportiamo, poichè nel solo leggerle si trova la più ampia confutazione. L’articolista conchiude dubitando a chi dare la deritta, si a Dante o a lo Traduttore

N.° 14.

Il giornale Il Pazzo di Napoli, n. 8 anno I. riportò anche un altro articolo in difesa di Jaccarino, che è il seguente.

Con piacere pubblichiamo quanto segue:

la direzione


POCHE PAROLE AL GIORNALE LA STAFFETTA

Non son quindici giorni, e questo giornale mandava a cognizion de’ lettori un brieve annunzio per la traduzione della Divina Commedia di Dante Alighieri in dialetto del popolo di Napoli, per cura del sig. Jaccarino, qualmente da bravo poeta era da aspettarsi.

E, di rimando, l’altro periodo della Staffetta aprì campo di rimproveri al precennato avviso, ponendo a disamina la incompetenza di bravo poeta al giovane Jaccarino, per la nota di nullità del traduttore, sia per la parte sociale, che per la letteraria.

Al qual colpo di scena, che impensierir potea Jaccarino, nel caso soltanto che non avesse avuto coscienza del fatto suo, cercò il Pazzo mettere in ballo la improprietà dei detti della Staffetta, e la impertinenza dello attacco.