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Ma voi, signor Aristarco dei nostri calzoni, perchè prendervela con un Pazzo? Perchè fermarvi proprio sur uno de’ nostri articolucci e non fermarvi poi sugli articoli degli uomini di polso, che hanno detto lo stesso, che dicemmo noi?
Se il Jaccarino avesse scritto ad imitazione di Dante un altro poema serio, in lingua italiana e noi pronunziavamo la sentenza: non si sa a chi dar la dritta, allora sì, che davamo un falso giudizio. — Il lavoro del Jaccarino non è, che una traduzione molto bene indovinata.
Le immagini, le sentenze, le frasi, il concetto, la creazione, è tutto del Divino Poeta. Essendo tutta questa roba istessa, non era un delitto, il dir noi di non sapere a chi dare la dritta.
Voi bevete p. e. il vino di Lipari in un boccale di argento, di poi lo bevete nel boccale di creta; rispondeteci se non è sempre lo stesso vino, se non gustate lo stesso sapore?! Giancola Stitillo tradusse Virgilio; a chi dar la diritta? Avremmo molto a dire; ma lo spazio nol consente.
Signor Aristarco della Staffetta, vi dice l'autore degli articolucci del Pazzo, che lo stesso intendeva, che il Dante tradotto dal Jaccarino era tradotto regolarmente tanto da non saper a chi dar la dritta se a Dante o al traduttore, perchè tutto quel bello e sublime che si ammira nell’originale, rifulge e traspare a meraviglia nella traduzione.
Signore Aristarco, sappiatevi, che i pazzi non scrivono delle minchionerie; le minchionerie le scrivono coloro, che vantandosi aver fior di senno compariscono in mezzo alla Società, direi, quasi, ignoranti e peggio. Almeno al pazzo non se gli dà dell’ignorante.
Dovendo noi contentare i nostri associati con degli articolucci più meno sarcastici, più o meno umoristici; così protestiamo di non rispondervi più, perchè quel tempo, che noi abbiamo a sciupare per gli aristarchi ci servirà per tutt’altro affare. Scrivete, stampate, cantate e crepate pure, perchè così almeno avrete da sfogare con voi medesimo.
Vi saluto Signore Aristarco - Conservatevi.
il pazzo