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L’Autore non vuol più per adesso contar di lui.
A D. Ciccio.
Bevuto ha già bastevolmente il prato.
Cioè più, ch’a bastanza ho verseggiato,
4Per render l’opre tue famose, e chiare;
Or tempo è di far pausa, e d’attaccare
Il mio stanco trombone al chiodo usato,
Con intenzion però, che, preso fiato,
8Con maggior energia torni a suonare.
Ma se finor, come t’è noto, e sai,
Con più d’una poetica invenzione
11Sul volator Pegaso al Ciel t’alzai,
Or con una prosaica locuzione
Dirò, che sei, che fosti, e che sarai
14Un Sonaglio, un Testicolo, un C....
Il Sogno.
clxxviii. Dolcemente sopito il ciglio mio,
Voi m’appariste in sogno, e mi parea
4Che m’invitasse a valicar l’Oblio:
Nudi già l’uno, e l’altro in mezzo al Rio;
Che con tacito corso il piè movea,
Felicemente il passavam, quand’io
8Caddi là ve più rapido correa,
Or mentre pien di tema, e confusone
Mi parea tra quell’acque in breve d’ora
11La morte aver da far di Faraone,
Ver voi distesi ambe le mani all’ora,
E tosto vi pigliai per un C ....
14Stretto così, che vi ci tengo ancora.
Al |