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Il Matrimonio.

clxv.
P
Ria, ch’a coglier D. Ciccio i primi fiori,

     Al nuzial Giardino i passi stenda,
     Venga Imeneo da l’Etra, e seco prenda
     4Da l’Alba i gigli ond’il sentier gl’infiori.
Per destare in due sensi eterni ardori
     Pronubo amor nel più bel Sol, che splenda
     Fra i giorni Alcionei la face accenda,
     8E de l’inclita Coppia infiammi i Cori.
Scenda lassù da l’immortai magione
     Venere anch’ella, e con benigno aspetto
     11L’ajuti a propagar la successione;
Ma che cerch’io, che Venere, o Giunone
     Rendan fecondo il marital suo letto
     14S'ei per se stesso è un fertil C...


Per il maritaggio di D. Ciccio.

clxvi.
I
O che sempre di cuor D. Ciccio amai,

     E fui d’ogni suo ben desideroso,
     Sentendol già vicino a farsi sposo,
     4Volto al Dio nuzial, così parlai:
Vieni, santo Imeneo, vientene omai
     A legar due grand'Alme, onde sdegnoso
     Litigio unqua non rompa il lor riposo,
     8Nè gelosia mordace il turbi mai.
Ma se tu vuoi catene, onde si speri
     Insolubile il nodo, e se tu brami,
     11Che pienamente il desir mio s’avveri,
Valle a pigliar da i pratici barbieri,
     Che i più tenaci, e solidi legami
     14Da stringere i C.... sono i Brachieri.