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cxliii. Che quà non vieni a startene con noi?
Ove accolto con giubilo sarai
4Da tutti questi Porporati Eroi.
Sì, sì, noi t’aspettiam; vientene omai,
Onde spicchin qui pure i pregi tuoi,
Nè ti trattenga più la tema, ch’ai
8Concepita nel sen, che ’l Mar t’ingoi.
Vienne D. Ciccio: io ben confido, e spero
Ne la giustizia del Rettor del Mondo,
11Che da l’acque uscirai sano, ed intero.
Poichè un C.... che di figura è tondo,
E c’ha la qualità d’esser leggiero,
14È più che certo, di non gire a fondo.
D. Ciccio travagliato dalla Podagra.
Al Sig. Napoleon della Luna.
Son più mesi a patir di nuovo male.
In somma in questo Mondo egli è fatale,
4Ch’ogn’uom di gran virtù sia sfortunato.
La Gotta è, che ’l travaglia: ella fissato
L’ha tra i ceppi d’un letto in guisa tale,
Ch’omai per se medesimo non vale,
8O di sito mutarsi, o cangiar lato.
Ella quando in un piè, quand’in un dito
Certo suo gesso fluido gl’invia,
11Che gli ha quasi ogn’articolo indurito:
Quindi concio in tal guisa ei potria
Mostrar per un Testicolo impetrito,
14E collocarlo in qualche Galleria.