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Su lo stesso Soggetto.

cxliii.
N
Oi già siamo a Venezia: or tu, che fai,

     Che quà non vieni a startene con noi?
     Ove accolto con giubilo sarai
     4Da tutti questi Porporati Eroi.
Sì, sì, noi t’aspettiam; vientene omai,
     Onde spicchin qui pure i pregi tuoi,
     Nè ti trattenga più la tema, ch’ai
     8Concepita nel sen, che ’l Mar t’ingoi.
Vienne D. Ciccio: io ben confido, e spero
     Ne la giustizia del Rettor del Mondo,
     11Che da l’acque uscirai sano, ed intero.
Poichè un C.... che di figura è tondo,
     E c’ha la qualità d’esser leggiero,
     14È più che certo, di non gire a fondo.


D. Ciccio travagliato dalla Podagra.
Al Sig. Napoleon della Luna.

cxliv.
L
Una, il nostro D. Ciccio ha cominciato

     Son più mesi a patir di nuovo male.
     In somma in questo Mondo egli è fatale,
     4Ch’ogn’uom di gran virtù sia sfortunato.
La Gotta è, che ’l travaglia: ella fissato
     L’ha tra i ceppi d’un letto in guisa tale,
     Ch’omai per se medesimo non vale,
     8O di sito mutarsi, o cangiar lato.
Ella quando in un piè, quand’in un dito
     Certo suo gesso fluido gl’invia,
     11Che gli ha quasi ogn’articolo indurito:
Quindi concio in tal guisa ei potria
     Mostrar per un Testicolo impetrito,
     14E collocarlo in qualche Galleria.