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Il furto fatto a D. Ciccio.
Al Sig. Napoleon della Luna.
E’ ver, che un Servitor di mal talento,
Mentre traea D. Ciccio a lume spento
4La scorsa notte un grave sonno in letto,
Stesa la man rapace al bisacchetto
Due borse ne levò, che v’eran dentro
Con qualche quantità d’oro, e d’argento,
8Nel modo appunto, che v’è stato detto.
Sol per vere io non ho le relazioni
Circa la patria di colui, che forse
11Furtivo a dare il sacco a’ suoi Calzoni;
Nol credend’io Norcin, qual si discorse;
ch’essi a le borse levano i C....
14Ed egli ad un C.... levò le borse.
Il mostruoso Cavallo di D. Ciccio.
cxl. Pon l’Aldovrando bizzarrie sì strane,
Bello è ’l veder, che verbi grazia un Cane
4Armato di due Corna il Capo mostri:
Bello il veder, ch’un Asino dimostri
Aver testa d’Alocco, e piè di rane:
Bello il mirarvi un Aquila, che sbrane
8Un cigno, e ch’a sbranarlo apra due rostri.
Or s’ei vivesse al tempo d’ogg, e ’l piede
Rivolgesse colà, sovra l’amena
11Riva del Serchio, ove D. Ciccio ha sede,
Collochería ne la medesima scena
Anche il di lui Cavallo, a cui si vede
14Mostruoso un C.... sopra la schiena.