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Pregi di D. Ciccio manifestati per bocca d’Apollo.

cxxvii.
L
Asciati in abbandon Silvio, e Mirtillo

     Là per l’Aonie selve il sacro Apollo,
     Prese a dirti D. Ciccio in suon tranquillo
     4Sul Chitarron, che gli pendea dal Collo:
Io n’ebbi già piena notizia, e sollo
     Per bocca d’un Pastor che all’ora udillo,
     Con questi detti dunque agli astri alzollo
     8Qual già Fidenzio il lepido Camillo. —
Tu l’imagine sei, se pur non sallo,
     Di quel Narciso rubicondo, e bello,
     11A’ cui fa specchio il pisciator Cristallo:
Tu sei del Dio degli Orti il piedestallo,
     Tu de le perle gemine il modello,
     14Che servon di Pendenti a l'Itifallo.


A D. Ciccio invitandolo a mascherarsi.

cxxviii.
D.
Ciccio, se t’è caro, e se desii

     In questo Carneval dar bando ai guai.
     Se brami richiamare i pensier gai
     4Nel fusco petto e allontanarne i rii,
Fa, che tu pur con libertà t’invii
     Con noi sul Corso a mascherarti omai,
     E così poi non vi sarà chi mai
     8Cerchi dove tu vadi, o chi tu sii.
Dunque per questo fin scieglier tu puoi
     Colà sopra la piazza, o dagli Ebrei
     11Un abito, o venirtene con noi:
Da Bergamasco sol vestir non dei,
     Com’altri usa di far, se pur non vuoi,
     14Che ti ravvisi ogn’un per quel, che sei.


M


Il