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L'Autore si vanta eguale ad Alessandro Magno.

cxvii.
R
Acconta Curzio, ch’Alessandro Magno

     Quel prode, che non ebbe al mondo eguale,
     Sendo tutto applicato a far guadagno
     4Di mezzi, che ’l rendessero immortale:
Siccome usò quel gran valor, nel quale
     Non si trovò chi fosse a lui compagno:
     Così donò profuso, e liberale,
     8Somme d’argento, e d’or senza sparagno,
Ma s’ei con l’accennate profusioni,
     Votò sovente i ricchi Erari sui
     11Dispensando i sesterzi a milioni:
Io senza dare i miei quattrini altrui
     Sol col mostrar le borse de’ C.....
     14Mi son reso immortale al par di lui.


D. Ciccio lasciata la profession legale, s'è dato all’Agricoltura.
Al Sig. D. Francesco Coli.

cxviii.
C
Oli ’l nostro D. Ciccio ancorchè saggio,

     E colmo di legal letteratura,
     Non è mai giunto a far quella figura
     4Che converrebbe a un simil personaggio.
Gli è venuto in pensier di far passaggio
     Dallo studio a la Villa, ove ha sicura
     Speranza, che gli sia l’Agricoltura
     8D’un più considerabile vantaggio.
E ben creder si dee, ch’a suo favore
     Abbian da custodir con man clemente
     11Vertunno, e Flora ogni suo frutto, e fiore.
Mentre ciascun di lor probabilmente
     Informato sarà, ch’egli ha l’onore
     14D’esser del Dio degli Orti un Dipendente.