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L’Autore tiene appresso di se il Ritratto di D. Ciccio.
lxx. Vuol dimostrare un ben divoto affetto,
Ne tien da dotta mano effigiato
4In nobil quadro il riverito aspetto:
Altri de la sua Donna il viso amato
Ha in picciol rame epilogato, e stretto,
E di fulgide gemme ingiojellato,
8Qual suo Nume, sel tien vicino al petto,
Altri l’effigie dell’Amico assente
Suole a dispetto del destin nemico
11Tenersi a lato, e farselo presente:
Io ch’Amante ti son, Servo, ed Amico,
Porto il ritratto tuo sempre pendente
14In una borsa sotto a l’umbilico.
Il nome imposto a D. Ciccio.
lxxi. Dalla nostra giuridica Assemblea
Quanto la gran benignità d’Astrea
4Chiaro t’ha fatto, e celebre nell’arte;
Vediam, che ’l Padre tuo nel battezzarte
Se dimostrò d’una ben curta Idea,
Però ch’allor, secondo me, dovea
8Sol col nome di Bartolo appellarte,
Così con mezzo tal saresti entrato
Pur anche in un lodevole concetto
11D’Armigero non men, che Letterato.
Poichè ciascun, sendo a chiamarti astretto,
Resoti gran legista, e gran soldato,
14Bartolo = mio C ..... t’avrebbe detto.
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