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A D. Ciccio sdegnato con le precedenti Composizioni.

lviii.
E
Perchè contro me tanto rumore

 Come se foste appunto spiritato!
     Sapete ben, che vi son servitore,
     4Ma servitor da vero, e sviscerato.
Quel darvi del C... fu tutto amore,
     Né v’ho punto con ciò pregiudicato;
     Anzi così con termine d’onore
     8V’ho quasi a D... medesmo appareggiato;
Ch’ei diè l’essere all’uom per creazione,
     E voi come C ... avete il vanto
     11Di mantenerlo per generazione.
Ma già comincio a ravvedermi alquanto;
     E in ver non occorrea dar del C...
     14A chi per sé medesimo n’ha tanto.


L’Autor si giustifica con D. Ciccio, dolutosi ch’avesse detto d’averlo in Culo.

lix.
C
Ome, ch’io v’ho nel Cul? Non disse il vero

  Chi di me vi suppose un detto tale;
     Non ho miga il cervel così leggiero,
     4Che distinguer non sappia il ben dal male.
Voi, cui capisce appena un mondo intero
     Entrar dov’entra appena un serviziale!
     Quello saria sproposito, ch’invero
     8Troppo si scosteria dal naturale:
Anzi, se tra’ Filosofi più chiari
     Non si trova, nè s’è trovato ancora,
     11Chi sappia unir due termini contrarj;
Come volete voi, nella mal ora,
     Ch’io possa aver nel Culo un vostro pari,
     14Se voi sete di quei, che stan di fuora?




Per