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Convito poetico dell’Autore.
liv. Non stette mai con le mascelle asciutte,
Volle, ch’un dì venissero condotte
4A cenar seco alcune genti ghiotte.
Ma quando furo a tavola introdotte
Trovar, che le vivande erano tutte
Di lingue sol di Papagal costrutte,
8Ma in cento modi accommodate, e cotte.
Tal’io per fare un genial banchetto
Con la stessa invenzion del già descritto,
11Un sol C.... ho per vivanda eletto,
E giusta il fine, che mi son prescritto,
L’ho qui fatto in graticola, in brodetto,
14Alesso, arrosto, appasticciato, e fritto.
La Disunione.
Al sig. Matteo Regali.
Stata sempre sì stretta, e cordiale
Tra D. Ciccio, e’l fratel, che forse uguale
4Non se n’è vista più tra due persone.
Or per non so qual fievole cagione,
S’è rotta finalmente in forma tale,
Ch’io temo (e sarà forse il minor male)
8Che vengan tra di lor a divisione;
Però ch’alteratissimi, e discordi
A le proposte del praticarsi
11L’uno, e l’altro di lor si mostran sordi;
E pur non ho più visto a pacificarsi,
Che i C .... usi sempre a star concordi
14Vengano a l’atto mai del separarsi.
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