Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
217 |
Il Segno.
lxxvi. L’ho, qual se fosse vivo entro la mente,
E l’imaginazion mel fa presente
4In forma tal, che dico: Egli è quel desso.
Anzi dormendo ancor visibilmente
Io l’ho talor per via de’ sogni appresso,
E l’altra notte particolarmente
8Pareami udirlo, e ragionar con esso.
Onde per quell’amor che sempre mai
M’avea tenuto seco in unione,
11Ratto ver lui mi mossi, e l’abbracciai;
Ma ’l mio sogno non fu; fu ben visione;
Poiché, desto in quell’atto io mi trovai
14D’avermi con la man preso un C....
Contro i Detrattori della Cicceide.
Al Sig. Conte Marcello Masdoni.
D’ogni lingua satirica il bersaglio;
Chi battezza l’Autor per un sonaglio,
4Chi l’opra per insipida, e snervata.
Chi le scaglia per fianco una sassata:
Chi la tira di punta, e chi di taglio,
Ed io per me medesimo non voglio
8Da tanti colpi a renderla guardata.
V’ha certi Spirti poi delicatuzzi,
Che, quali ella spirasse aure letali,
11Increspano in vederla i nasi aguzzi;
E pur, perchè non esca, e non esali
Da qualunque sua parte odor, che puzzi,
14Io mi studiai d’aspergerla di Sali.
K3 | L'Au- |