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La statua per il Deposito di D. Ciccio.

lxxiii.
P
Er materia trovar proporzionata

     Da far la Statua di D. Ciccio, s’era
     In fra lor dagli Artefici pensata
     4Più d’una strada, e più d’una maniera.
Chi proponea lo stucco, e chi la cera,
     Come più molle ad esser maneggiata;
     Altri di creta la volea formata;
     8E questa si tenea per la più vera.
Finalmente da me venne anteposta
     Una pietra di Porfido, e seguita,
     11Uditone il perchè, fu la proposta;
Mentre, diss'io, che in Porfido scolpita
     Morto ancor manterria la faccia tosta,
     14Qual l’ebbe sempre in tempo di sua vita.


Il passaggio di D. Ciccio al Cielo.

lxxiv.
L
Assù fra i numi del superno Coro,

     Morto D. Ciccio al Ciel fu trasportato,
     E in arrivar, da ciaschedun di loro
     4A starsene con se venne invitato.
Disse Saturno: Io tal favore imploro,
     Poiché se ne sarò gratificato
     Dirassi allor, che reso il suo decoro
     8S’è con questo C.... a un Dio Castrato,
Nò nò: Con la sua celibe braghetta
     Si stia Saturno imbarbogito, e sciocco,
     11Palla esclamò; D. Ciccio a me s’aspetta;
E forse il Fato hammi a tal sorte eletta,
     Perch’io mariti a sì leggiadro Alocco
     14La mia graziosissima Civetta.



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