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A D. Ciccio nel medesimo Soggetto.
Alludendosi alla sua frequente indisposizione di Morici.
V’è montato capriccio,
Caro Signor D. Ciccio,
4Di mandar ogni cosa a ferro, e foco?
Sebben dall’altro canto,
Se 'l vostro genio è tanto
Pronto a far sangue, in ver n’avete appresso
8Efficace il motivo,
E l’esempio impulsivo
Dal vostro Culo istesso.
Dal vostro Cul, che spesso
12Inviperito, e gonfio a par d'un angue
Per ogni poca cosa anch’ei fa sangue.
A D. Ciccio desiderato in Cielo.
lxvi. Al governo del Mondo, in Cielo ascese,
Ciascun de' Numi un Animal si prese
4Per attual Ministro, e Cortigiano:
Giuno al Pavone, a l’Aquila s'apprese
Giove, e gl’altri così di mano in mano:
Or, vago anch’ei d’avere il suo, Vulcano
8In te D. Ciccio ha le sue voglie intese.
Se ben però (rispetto al bel folgore
Che vibra di Giunon l’occhiuto Augello,
11E ’l bianco Cigno de la Dea d’Amore)
Tu puoi temer di non aver l’onore
D’esser tenuto l'Animal più bello,
14Almen l’avrai de l’essere il maggiore.
D. Cic. |