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A D. Ciccio, il quale si gloriava d’aver fatto dormendo un sonetto in sogno.
lx. Fatto in sogno un Sonetto io non l’apprendo
Per un miracolon così stupendo,
4Come voi lo stimate;
Anzi alla qualità
De’ vostri versi tutti e alle lor tempre
Ogn’un a parer mio confesserà,
8Che voi nel poetar sognate sempre.
A D. Ciccio, che si vantava d’esser il primo Poeta dell’età nostra.
S’allude al difetto de’ suoi natali.
A tanti Cigni, e tanti
Del Poetico stuolo,
4Che sulle rive amene
Del Toscano Ippocrene alzano il volo,
A mio parer non è
Così gran meraviglia,
8Da piegarne le ciglia,
E vi dirò perchè;
Sogliono i più leggieri
Per gli aerei sentieri
12Essere ne’ moti più snelli, e scaltri.
E voi pesate un’oncia men degli altri.
D. Cic- |