Pagina:La Cicceide legittima.djvu/21

14

Nel medesimo Soggetto.

xxvi.
S
E ben, Signor D. Ciccio, è scortesia

 Visibile ad ogn’uno, e manifesta
     Quel vostro mai non iscoprir la testa,
     4Quand’altri vi saluta per la via;
So però, che a scusarvi alcun potria
     Dir, che ’l fate a cagion dell’aria infesta,
     La quale a’ capi deboli è molesta;
    8 E tale è quel di vostra Signoria.
Ma voi dovreste almen prendervi cura
     D’allontanare ogni ombra di strapazzo,
     11Col piegarvi un tantin nella cintura;
Parendo in vero austerità da pazzo,
     Che, stando ritto ritto in positura,
     14Venga un C..... a voler far da .....


A D. Ciccio dolutosi, che andato al festino
le Dame nol salutassero.

xxvii.
S
Entesi, che vi siate lamentato,

 Perchè jer sera in giungere al festino,
     Non s’alzar quelle Dame a farvi inchino,
     4Come conviensi a un nobile togato.
Se voi però con l’animo pacato
     Vi porrete a discorrer un tantino
     Su la cagion del fatto, io m’indovino,
     8Che resterete subito appagato.
Mentre ogni un vi dirà, se non è pazzo,
     Ch’esse non ponno aver male intenzioni
     11Di fare a un vostro pari onta, o strapazzo.
Ma, come che le proprie inclinazioni
     Soglion tirarle ad appetire il C.....
     14Quindi avvien, che non curano i C.....