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A D. Ciccio, per l'assedio posto dal Turco alla Fortezza di Nissa.

xxiv.
I
O veggo, e me ne duol, che non s'ecclissa,

     Come ognun si credea, la Tracia luna.
     Mentre la Porta è risoluta, e fissa
     4Nel suo pensier di migliorar fortuna.
Già per tentar l’espugnazion di Nissa
     Il Seraschier cento falangi aduna,
     Poi vuol portarsi ad assediar Canissa
     8Nè par che tema opposizione alcuna.
Ma se tu vuoi veder senza dimora
     Quella canaglia intieramente uccisa
     11E mandata in un punto a la mal’ora.
Basta, che facci lor mostra improvisa
     Del tuo mostaccio un mezzo quarto d'ora,
     14E si moriran tutti da le risa.


A D. Ciccio dandogli le buone feste.

xxv.
D.
Ciccio, già ch’è prossimo il Natale,

     Dandoti sin di qua le buone feste,
     Prego il Signor, che medico celeste
     4T’appliche un buon cerotto capitale:
Che con preservativo speziale
     Dal canchero ti guardi, e dalla peste;
     E che pel capo insipido t’appreste
     8Una presa di spirito di sale.
E ben vogl'io sperar, che di lassuso
     Dal nato Dio per compensar le tue
     11Virtù, saratti ogni tesor dischiuso,
E che in te verserà le grazie sue,
     Massime in questo dì, ch’egli ha per uso
     14Di conferirle a un Asinello, e a un Bue.



A D. Cic-