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A D. Ciccio desideroso, che l’Autore il lodasse.
xviii. Dirò che ’l vostro amabil naturale
Fa stimarvi una Perla orientale,
4E però degno d’esser infilzato:
Quel volto poi, che’l sommo Dio v’ha dato
Così vivace, ameno, e gioviale,
Rassembra una pittura, e come tale
8Il mostra degno d’esser appiccato.
Chi sente al fin la vostra lingua esperta
Vi crede un libro vivo, in cui si spieghi
11Ogni dottrina in chiari sensi aperta;
Quindi ciascun, tanta virtù scoperta,
Sta con espettazion, che altri vi leghi,
14E v’onori altresì della coperta.
D. Ciccio eletto Auditore della Rota di Genova.
xix. De la Città di Giano aveano eletto
D. Ciccio col parer del Consiglietto
4per un de i lor civili Auditori;
Si lodava in un circol di Signori
La scelta di quest’inclito soggetto,
Quando un altro arrivò, che con dispetto
8Così riprese i lor supposti errori.
Dunque non vi sovvien, ch’ogn’un l’altr’jeri
Lo riponea fra gli uomini più gonfi,
11E fra i Dottor più deboli, e leggieri?
Quei Senator, degni di marmi, e bronzi,
Voller mostrar, ch’oltre gli aranci, e i peri,
14San colà confettar anche gli stronzi.
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