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A D. Ciccio, che disfida un suo Collega per avergli detto, che si provvedesse di legna.
x. Ferro guerriero, e marziale impaccio?
E perchè sì crudele or la sguaina
4Contro me, che v’adoro, ingiusto il braccio?
Deh, raddolcita omai l’alma ferita.
Renda il suo gajo al torbido mostaccio,
E torni entro la placida guaina
8A gli usati riposì il coltellaccio.
Tali a D. Ciccio i preghi suoi converse
Il buon Collega, e tratto via lo scudo,
11Si diè per vinto, e suo prigion s’offerse.
Indi seguì: Se mi vuoi morto, o crudo,
(E in questo dir le natiche scoperse)
14Ecco a saziar tue brame il petto ignudo.
"Nel medesimo Soggetto.
xi. Del freddo, ch’è venuto
Voi avreste dovuto
4Provedervi di legna,
Così gagliardamente oggi v’impegna
D. Ciccio, a cacciar mano
Contro un nobil Collega, e Paesano?
8Vi giuro in verità,
Che tutta la Città
Per così ridicola sfavata
E’ rimasa di voi maravigliata:
12E veramente è da stupir non poco,
Che s’accenda così chi non ha foco.
A D. Cic- |