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L’Autore sollecita il ritorno di Primavera nel mentre che compone sopra D. Ciccio.
ii. Genitrice bellissima di fiori,
D’erbe novelle, e di novelli amori,
4A cui Ciel, Terra, e Mare applausi fanno.
Tu, per cui verso il Mar correndo vanno
Dal gel, che gli stringea, sciolti gli umori,
E tra le fronde i volator canori
8Co’ zefiretti a gareggiar si stanno.
Deh riedi, o bella, e le tue man rosate
Spargan la sù dal Cielo in ogni parte
11Di Gigli, e Gelsomin piogge odorate.
Così sien le poetiche risate,
Ch’io formo per D. Ciccio in queste carte
14Dal riso de’ tuoi fiori accompagnate.
Incertezza da chi descenda D. Ciccio.
Al Sig. Giulio Balestrieri.
Par, che si controverta,
Essendo cosa indubitata, e certa:
4Sol de la Spezie, o Razza
Diversamente si discorre in Piazza,
Ma il più gentil capriccio,
Che fra molti l’altr’jer se ne sentisse,
8Fù quel d’un bell’umor, che così disse:
Qual dal Capo d’un Giove uscì Minerva,
Tal, da quel d’un Giovenco uscì D. Ciccio,
E quindi è, ch’ei conserva
12Non una sola, o due,
Ma tutte in se le qualità del bue.
S'esa- |