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L'Autore trasmette la sua Cicceide al Francesco Redi Medico di Firenze.
cccxxvi. Franca di porto la Cicceide mia,
Mosso da un certo stimol d’albagia,
4Che da gran tempo in quà mi cova in petto.
Ed è perche dal tuo cortese affetto
Le si faccia aver luogo in Fonderia,
Ov'egli è certo, che si darà via
8Per un alessifarmaco perfetto.
Giova la virtù sua mirabilmente
A sanar l’ippocondriche passioni,
11E a rallegrar li spiriti a la gente.
Deh tu per Dio fra quei rimedi esponi
Ancor questo in un Vaso, e brevemente
14Scrivici sopra: Estratto di C ....
L'Autore terminato il Poema della Cicceide si licenzia dalla materia, e da' Lettori.
cccxxvii. Fecondi, e fertilissimi C ....
Ond’avvien, che’l mio stil benché senz’arte,
4Chiaro da Battro a Tile omai risuoni.
Lettori, e voi, che tutte a parte a parte,
Scorrendo queste mie composizioni
Feste applauso cortese a le mie carte
8A stimol di benigne inclinazioni,
Tempo è già di far punto. I Prati omai
Han bevuto a bastanza, e ben vegg’io
11Che su questa materia ho detto assai.
Ecco dunque vi lascio, e chiudo il rio
Bramoso di perdon, se vi stancai,
14O miei Lettori, o miei C .... addio.
H | Alli |