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Ai Detrattori della Cicceide.
Al Sig. Conte Ronchi.
A incrudelir con la mia Musa, e pure,
Quasi d’astio crudel vipere ardenti
4Stampano in lei venefiche punture.
Sentole dir, che i miei componimenti
Non han lustro di tropi, o di figure,
E che i concetti lor con pena, e stenti,
8Son tratti a forza di stiracchiature.
Or questa è (Conte mio) persecuzione
Di chi non può soffrir, ch’altri rimiri
11E lodi alcuna mia composizione;
Anzi son d’un mal genio atri deliri,
Che s’io mi posi a scriver d’un C ....
14Quale è mai quel C... che non si stiri?
Contro i Detrattori della Cicceide.
A Sig. Conte Marcello Masdoni.
A mormorar de la Cicceide mia,
La maltrattan pur anco, e tutta via
4Le sono attorno con le detrazioni.
Ma la più grave de l’opposizioni,
E la taccia maggior, che se le dia,
Sento ridursi a questo. — Che vi sia
8Una troppo gran copia di C....
Ma se costor, per non scandalizzarsi
Della grand’abbondanza, che ne fei,
11Li vorreber di numero più scarsi,
Conte, in esaminarla io non saprei
perchè poscia venire ad aggiuntarsi
14Quest’altra flotta di C.... a' miei.
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