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Ai Detrattori della Cicceide.
Al Sig. Conte Ronchi.

cccxviii.
E
Pur seguono ancor l’inique genti

     A incrudelir con la mia Musa, e pure,
     Quasi d’astio crudel vipere ardenti
     4Stampano in lei venefiche punture.
Sentole dir, che i miei componimenti
     Non han lustro di tropi, o di figure,
     E che i concetti lor con pena, e stenti,
     8Son tratti a forza di stiracchiature.
Or questa è (Conte mio) persecuzione
     Di chi non può soffrir, ch’altri rimiri
     11E lodi alcuna mia composizione;
Anzi son d’un mal genio atri deliri,
     Che s’io mi posi a scriver d’un C ....
     14Quale è mai quel C... che non si stiri?


Contro i Detrattori della Cicceide.
A Sig. Conte Marcello Masdoni.

cccxix.
V
An pur seguendo questi Satraponi

     A mormorar de la Cicceide mia,
     La maltrattan pur anco, e tutta via
     4Le sono attorno con le detrazioni.
Ma la più grave de l’opposizioni,
     E la taccia maggior, che se le dia,
     Sento ridursi a questo. — Che vi sia
     8Una troppo gran copia di C....
Ma se costor, per non scandalizzarsi
     Della grand’abbondanza, che ne fei,
     11Li vorreber di numero più scarsi,
Conte, in esaminarla io non saprei
     perchè poscia venire ad aggiuntarsi
     14Quest’altra flotta di C.... a' miei.



Con