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In morte di D. Ciccio.

cclxxxviii.
S
U, su Prefiche Donne, in Vesti nere

     Per l’estreme del Mondo alte ruine.
     Alzate i gridi ad impietosir le Sfere,
     4Graffiate il volto, e scapigliate il crine.
Ecco estinto D. Ciccio; ecco ove al fine
     Il trasser di lassù stelle severe!
     Ardano intanto al corpo suo vicine
     8Sul feral Catafalco illustri cere.
Poi con voci funeste il coro intuoni
     Sopra il feretro i flebili concerti,
     11E ’l Tempio tutto a l’armonia risuoni.
Al fin Tomba sublime a par de’ merti
     Nel seno il chiuda, e tornino i C....
     14Giusta il solito loro a star coperti.


La Morte di D. Ciccio corrispondente alla Vita.

cclxxxix.
I
O son d’opinion, che quell’Ingegno,

     Il qual si porta l’uom dal nascimento,
     Rimanga sempre a quel medesimo segno,
     4E capace non sia d’accrescimento:
Come pur anche reputo, e ’l sostegno
     Con la ragion, che quel temperamento,
     Di cui l’alma natura il fece degno
     8Resti, qual fu nel suo concepimento:
Ciò, che poi si racconta di Cimone,
     Io l’ho per una fola, e a parer mio
     11Non si da sì notabil mutazione.
Vediamolo in D. Ciccio. E quando uscio
     Da l’utero materno, era un C....
     14Un C... visse, ed un C... morio.


Nel