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In morte di D. Ciccio.
cclxxxiv. Lasso che m’hai morendo abbandonato!
Ahi troppo a danni miei destin severo
4Ahi pur troppo a miei danni avaro Fato!
Quindi vegg’io, che il mare al caso fiero
Per duol s’è nel suo sen amareggiato,
E ’l Sol per tal cagion vestendo a nero
8S’è di nubi oscurissime ammantato.
Anzi vicino a rimaner già spenti
Senza speranza d’altra successione
11Tutti, mancando tu, veggio i viventi.
Così pien di cordoglio, e di afflizione
Alzando infin al Ciel grida, e lamenti
14Pianse il Mondo castrato un suo C....
La morte di D. Ciccio.
Al Sig. Lodovico Breni.
Piange la miserabile sciagura!
Si sconvolgono i Misti, e la Natura
4Soprafatta dal duol, è posta in lutto.
Si turba ogni elemento: oscuro, e brutto
Diventa il Fuoco, e si fa l’Acqua impura,
L’Aria in Nubi s’addensa; egra s’indura
8La Terra, e a chi l’arò contende il frutto.
Per duolo anch’esso il corpo uman si mira
Tutto scompaginarsi, e quasi pazzo
11Gemere intorno a la funesta Pira:
Anzi unitesi a farne alto schiamazzo
Fin le sue parti oscene, il Cul sospira,
14Si sbattono i C.... lagrima il C....
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