Pagina:La Cicceide legittima.djvu/151

144

In morte di D. Ciccio.

cclxxxiv.
E
Gli è pur ver, D. Ciccio, egli è pur vero,

     Lasso che m’hai morendo abbandonato!
     Ahi troppo a danni miei destin severo
     4Ahi pur troppo a miei danni avaro Fato!
Quindi vegg’io, che il mare al caso fiero
     Per duol s’è nel suo sen amareggiato,
     E ’l Sol per tal cagion vestendo a nero
     8S’è di nubi oscurissime ammantato.
     Anzi vicino a rimaner già spenti
     Senza speranza d’altra successione
     11Tutti, mancando tu, veggio i viventi.
Così pien di cordoglio, e di afflizione
     Alzando infin al Ciel grida, e lamenti
     14Pianse il Mondo castrato un suo C....



La morte di D. Ciccio.
Al Sig. Lodovico Breni.

cclxxxv.
B
Reni, D. Ciccio è morto, e il Mondo tutto

     Piange la miserabile sciagura!
     Si sconvolgono i Misti, e la Natura
     4Soprafatta dal duol, è posta in lutto.
Si turba ogni elemento: oscuro, e brutto
     Diventa il Fuoco, e si fa l’Acqua impura,
     L’Aria in Nubi s’addensa; egra s’indura
     8La Terra, e a chi l’arò contende il frutto.
Per duolo anch’esso il corpo uman si mira
     Tutto scompaginarsi, e quasi pazzo
     11Gemere intorno a la funesta Pira:
Anzi unitesi a farne alto schiamazzo
     Fin le sue parti oscene, il Cul sospira,
     14Si sbattono i C.... lagrima il C....



Per