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Nella morte di D. Ciccio.
S’allude alla nota Favola di Saturno.
Lo spirto suo fè subito ritorno
Colmo di gloria, e di gran merti adorno
4A l’empirea Magione, ond’era uscito.
Or mentre i Dei con giubilo infinito
Lieti gli fean mille accoglienze intorno,
Volle Saturno anch’ei mostrar quel giorno
8Quanto a lui fosse il venir suo gradito,
E disse lor — Se ben festosi, e gai
Brillar di gioja, e sfavillare io veggio
11Per la costui venuta i vostri rai,
Io però più di voi goder ne deggio,
Mentre dei due C.... che mi strappai
14Oggi qui finalmente un ne riveggio.
La morte di D. Ciccio.
Al Sig. Giulio Balestrieri.
Si mostrò così larga, e liberale,
Che’l mondo mai non rimirò cotale
4Copia di grazia in altra Creatura,
Quei, che colà fra le Toscane mura
Ove mormora il Serchio, ebbe il Natale,
E passato poi sui Quirinale
8Vi fe col suo valor sì gran figura,
Quei, che chiamato a la Città di Giano
Per Ministro d’Astrea, mostrò risorto
11Ne’ gran responsi suoi Paulo, e Graziano,
Quei, che già riempì l’Occaso, e l’Orto
Del suo gran nome (ahi caso acerbo, strano!)
14Giulio, D. Ciccio quel C.... è morto.
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