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L’Autor si professa, e protesta obbligato d’amar D. Ciccio.
ccliv. D. Ciccio, quanto è ver, ch’egli è lucente
Il Sol, bianca la neve, il carbon nero,
4Immobile la Terra, il foco ardente;
E s’alcun sussurron poco sincero
Ti supponesse mai diversamente,
Come a Nemico capital del vero,
8Digli da parte mia che se ne mente.
Ch’io ben conosco, e’l so d’esser tenuto
Più ch’ad ogni altro, a te, come secondo
11Autor del ben, ch’or godo, e c’ho goduto;
Il sò, te lo protesto, e men confondo;
Però che senza l’opra e l’ajuto
14De’ pari tuoi non sarei nato al Mondo.
D. Ciccio il giorno va a spasso, e la sera studia.
Al Sig. Lodovico Areni.
Levarsi pria, che l’Alba il mondo allume,
Ma subito, che sorto è da le piume,
4Suol darsi a qualche spasso geniale.
Così, nulla pensando al Tribunale
Di passar le giornate ha per costume;
Con tutto ciò la sera poi col lume
8S’applica tutto a l’opera legale.
Ma se le sue men serie occupazioni
Ei non vuol, che gli vengano interrotte
11Il dì da faticose applicazioni,
Breni, ben sai, che sogliono i C....
Starsene il giorno in ozio, e poi la notte
14Travagliar ne le proprie operazioni.
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