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Poetica riflessione sopra i Corpi regolari.

ccxliv.
B
Enche i C... sian tondi, e con effetto

     Non si distingua in lor roverscio, o dritto,
     Ond’è, ch’anno il medesimo prospetto
     4E dal canto mancino, e dal man dritto;
Nulla di meno entro ciascun Sonetto
     Di questo mio giocoso manuscritto
     In più d’una veduta, e in vario aspetto
     8Il Testicol D. Ciccio appar descritto.
Ora Euclide è pazzia, che più si sbracce
     Per dare a i Corpi regular misura
     11E non accade più, che se l’allacce,
Mentre un C.... che tondo è di figura,
     Fu da me lavorato a cento facce
     14Con meraviglia de l’Architettura.


La Prigionia di D. Ciccio.

ccxxlv.
D.
Ciccio l’altro dì, benché marito

     D’una moglie garbata, e geniale,
     Entrò, spinto da stimolo carnale,
     4In casa d’una Donna da partito.
Il che, per bocca d’una spia sentito
     Dal Bargel de la Curia Episcopale,
     V’andò, e legollo, e ’l trasse al Tribunale,
     8Dove presentemente è custodito.
Un, che trovossi allor presso al cancello.
     Quando i Birri l’avean per i calzoni,
     11Fece quest’argomento al Barigello:
Probo quod contra jus tu l’imprigioni,
     Lo stare in gabbia è proprio de l’ Uccello,
     14Ergo non v’hai da mettere i C....



Il