Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
118 |
D. Ciccio si dolse, che suo Padre scrivendogli non gl’avea dato il titolo d’Eccellente.
ccxxxii. Del soglio non gli diè de l’eccellente,
Cnd’ei ne fece altissimo romore
4Con Prospero Bottin suo confidente.
Questo è un torto, dicea, troppo evidente
L’eccellenza negarmi, e son Dottore!
Or che sperar poss’io da l’altra gente
8Se mi tratta in tal guisa il Genitore?
Nò, rispose il Bottin, che le persone
Se fin or da l’estrinseca apparenza
11V’hanno stimato un trivial C....
Oggi, vedendo far questa doglienza
Diranno, e nol diran senza ragione,
14Che voi sete C .... in eccellenza.
D. Ciccio percosse con un pugno il Dott. Domenici, perchè nol chiamò Avvocato.
ccxxxiii. Che dal Dottor Domenici negato
Gli fosse là nella Romana Curia
4Con suo disprezzo il titol d’Avvocato:
Senza considerar che per incuria
Ei forse commettea questo peccato,
Gli diede uno sgrugnon con tanta furia,
8ch’un occhio gli lasciò mezzo ammaccato.
Ma quei, l’affronto in carità soffrendo,
Disse: Per mia maggior riputazione
11Teco non mi risento, e men t’offendo.
Perchè s’anch’io ti dassi uno sgrugnone,
Potrebbe poi la gente andar dicendo,
14Che ’l Domenici ha dato nel C....
A D. Cic. |