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Per D. Ciccio, che stampa un Volume di Consigli Criminali col suo ritratto nel frontispicio.

ccxxii.
D
. Ciccio ha sotto il torchio un Volumaccio

     Di certi suoi Consigli Criminali
     Da far trasecolare i Curiali,
     4E rimaner confuso il Farinaccio.
Ma temendo però del poco spaccio,
     Come succede a l’opre dozzinali,
     Vi fa con le fattezze naturali
     8Stampar sul primo foglio il suo mostaccio.
Così talora il Cerretan vediamo,
     Che i circostanti ad accostarsi affretta
     11Con un Scimiotto, e se ne val per amo.
Così l’Uccellatore i Tordi alletta
     Col zimbel d’un Alocco, e col richiamo
     14Talor d’una ridicola Civetta.


D. Ciccio risoluto di lasciar la Patria.

ccxxiii.
D
Isse un giorno D. Ciccio al Genitore,

     Ch’in Patria gli parea d’esser negletto,
     Onde cercar volea coll'andar fuore
     4Di por meglio in sicuro il suo rispetto.
Mosso il buon vecchio da paterno amore
     Approvonne il pensiero: e con effetto,
     Provistol di Cavallo, e Servitore,
     8Così gli disse in gioviale aspetto:
Figlio, concorro teco, e mi par bene,
     Che da questa Città tu t’allontane,
     11E ti rivolgi a più propizie arene,
Poichè vedo il periglio, in cui rimane,
     Un povero C.... se si trattiene
     14In casa di Castruccio Castracane.