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D. Ciccio affetta di pigliare il primo luogo nel trovarsi co’ suoi Colleghi.

ccxvi.
Q
uando tutti noi cinque, o per godere

     Un poco d’aria, o pur per altro affare,
     Dal Tribunal, dove sogliam sedere
     4Tal volta usciam’insieme a caminare,
E’ cosa inver mirabile a vedere,
     Come D. Ciccio studiasi d’entrare
     Destramente nel mezzo, per parere
     8Maggior degli altri, e far del singolare:
Se i due primi un tantin si fan distanti,
     Eì con la leggiadria d’un passo e mezzo
     11Tra lor s’incastra, e cacciasi davanti.
Quindi è, ch’io mi trasecolo, e sbattezzo,
     Ch’un C.... il cui proprio è star da’ canti
     14Abbia la pretension di star nel mezzo.


L’Umiltà di D. Ciccio.

ccxvii.
D.
Ciccio s’ha sfibbiata la giornea

     Tutto pien d’umiltà, nè più si sente
     Glorioso vantar, come solea,
     4L’ampia capacità de la sua mente.
E se già fra i Colleghi ei pretendea
     D’esser il più saputo, e ’l più valente,
     Or, dato bando a l’ambizion, ch’avea,
     8Dice, che presso a loro è un ombra, un niente,
Protesta essere un nulla in paragone
     Degli altri, e con quell’umile pensiero
     11Ha lasciato ogni fasto, e presunzione;
Ma in dir d’essere un nulla, ei dice il vero;
     Poichè, come si vede, ogni C....
     14Ha la forma, e l’imagine d’un zero.


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