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Al Sig. Domenico Maria Canuti insigne Pittore Bolognese, che fece il ritratto a D. Ciccio.

clxxxv.
I
O son rimaso attonito ed immoto,

     Canuti, nel veder il bel Ritratto,
     Che di D. Ciccio i tuoi pennelli han fatto,
     4Vivo così ch’ha la favella, e ’l moto.
Oh quanto ei deve al tuo valor che noto
     L’ha reso al Mondo tutto in sì bell’atto,
     E che l’ha per miracolo sottratto
     8Al taglio delle forbici di Cloto!
Vi vorrebbe però l’apposizione,
     Del nome tuo per fin, che s’immortali
     11Anch’esso in così bella operazione.
Che se tu, come tuo, non lo propali,
     Ogn’uno il crederà del Castiglione,
     14Famoso dipintor degli Animali.


D. Ciccio affetta l’arguto, e lo spritoso.
Al Sig. Napoleon della Luna.

clxxxvi.
P
Er dimostrare altrui, ch’è divenuto

     Anch’egli oltre al suo solito svegliato,
     Luna, il nostro D. Ciccio ha cominciato
     4A dir concetti, e ad affettar l’arguto:
E dove infra di noi solea star muto,
     Or cento bizzarrie sfodra in un fiato,
     Così credendo d’essere stimato
     8Sottil d’ingegno, d’intelletto acuto:
Ma faccia quanto vuol, che le persone
     Sapendo quando poco ei peschi a fondo,
     11N’avran sempre una bassa opinione;
Che nessun matematico del Mondo
     Può trovar l’acutezze in un C ....
     14Ch’è di figura sferico, e rotondo.