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di grandi spese nell’Orto nostro. Si ristorò e quasi rifabbricò la metà meridionale del muro di cinta; si rifece presso che per intero la stufa che dicesi delle Palme; si costruì una stufa sotterranea lungo il muro meridionale dell’abitazione del professore; si ripararono infine tutti gli edifizii, le cordonate, i cancelli, le fontane, le vasche dell’Orto stesso; e si eresse una grande e bella macchina idraulica in sostituzione dell’antica infracidita e inoperosa. Oltre a ciò, si piantò un boschetto di pini, ed uno assai più grande d’altri alberi forastieri nel terreno adiacente all’Orto; si allogò e dispose in regolari scompartimenti dinanzi alle grandi serre una ricca collezione di arbusti; si fornì stabilmente di piante esotiche la grande ajuola della Conserva mobile posta a levante, che sino allora non serviva che di ricovero ai vasi durante il verno; si cinse l’Orto di fossa e siepe; se ne numerarono e denominarono novellamente le piante. In uno degli stanzini intermedii alle serre si distribuì una bella collezione di frutta e semi; nel pian terreno della casa del professore si fe raccolta di tutte le sostanze che le piante esotiche naturalmente forniscono alla Medicina, di molti legni stranieri e nostrali, di funghi modellati in cera, di piante fossili, di preparati di notomia vegetale; e fu arricchito d’assai l’erbario cominciato già dal Bonato. Finalmente fu ordinato e già ben avviato il completamento delle opere di Botanica ch’esistevano imperfette nella biblioteca lasciata all’Orto dal Bonato medesimo. Restava, a compimento di tanti beneficii vôlti a ritornare l’Orto nostro al suo antico splendore, che la Sovrana munificenza accordasse a questo l’implorata costruzione di due nuove conserve per raccogliervi le ognor crescenti sue piante, e di un anfiteatro per le lezioni di Botanica, onde i numerosi studenti di questa cattedra trovassero nel luogo stesso anche qui, siccome in tutte le altre Università, l’insegnamento teorico e la ostensione materiale dei vegetabili di che servesi la Medicina. Ed anche questo nuovo ornamento dell’Orto nostro fu concesso dalla Sovrana liberalità con Risoluzione dei 3