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annientare il frutto di molti anni. Piombò diffatti sulla città di Padova, e particolarmente sull’Orto, nel dì 26 Agosto del 1834 una grandine di mole sì sterminata, che malconcie, ferite o morte le piante che a quel tempo erano tutte all’aperto, e rotti i tetti degli edifizii, e fracassati i vetri delle sue serre, ridusse in brev’ora dalla floridezza passata le sue piante ad un ingombro di foglie lacere, di frondi spezzate, di tronchi ignudi; i suoi coperti, i suoi vasi ad un cumulo di macerie. A tanta sciagura venne meno e scorossi l’animo del buon vecchio. Il Governo però, ben consapevole degli utili servigi da lui prestati, per che altre volte allo stipendio ordinario al suo posto di fiorini mille aveva aggiunto alla sua persona altri 300 fiorini, nel concedergli quel riposo che ben meritavasi la più che ottuagenaria sua età, gli ottenne dalla clemenza del Principe le insegne dell’Ordine cavalleresco della Corona di ferro. Poco dopo la toccata calamità, le cui vestigia resteranno per molti anni visibili nell’Orto nostro, il Bonato, che l’amava di tenerezza, quasi volesse sopperire in alcun modo alle ricchezze perdute per la spaventosa meteora, lo volle fregiare d’un suo preziosissimo dono, per cui con lettera del 1835 offerì al Governo per l’Orto botanico di Padova il cospicuo presente della sua nobile biblioteca, la quale acquistata già dal Marsili, aveva egli arricchito di molte opere nuove e di gran valore. E questa conservasi nell’Orto nostro a perenne e cara testimonianza dell’affetto suo per un luogo ove egli, uomo integerrimo, botanico coscienzioso, professore zelante, medico celeberrimo, avea passato quarantadue anni di una vita utile ed operosa. Pubblicò, oltre le Epistole e Dissertazioni inedite del Pontedera, di cui premise la vita, e che illustrò con annotazioni, ed oltre i due cataloghi dell’Orto nostro sopra citati, le seguenti operette:

Pisaura automorpha et Coreopsis formosa, piante nuove. Padova 1793, 4.°

Epistola ad J. A. Cavanilles. Ib.

Metodo di curare la tenia. Padova 1775.