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ed all’aria, che intitolò: Junonis et Nestis vires in humanae salutis obsequium traductae, Pat. 1668, 4.º La liberalità del Senato gli accrebbe in più volte lo stipendio, sino a che nel 1679 questo ammontava alla cospicua somma di 1550 ducati. Nè a ciò contento, lo promosse nel 1680 alla cattedra di Pratica medica ordinaria in secondo luogo, con ducale di Alvise Contarini dei 29 Ottobre, coll’obbligo però di continuare la ostensione dei semplici e la custodia dell’Orto. I quali incarichi sopravanzando per avventura le forze sue, chiese egli al Senato che quest’ultimo fosse dato a Jacopo Pighi, che leggeva già Notomia da più anni, promettendo di fare ei pure una qualche lezione, e d’invigilare alla miglior coltura dell’Orto; il che fugli accordato con ducale degli 8 Agosto 1681 del doge medesimo Contarini. Ma tal sollievo concesso al benemerito uomo fu di corto interrotto dalla subita morte del Pighi, avvenuta nei primi mesi del 1683, e quindi poco dopo di un anno dalla nomina di lui alla custodia dell’Orto, per cui pochissimo potè operare a pro del medesimo; pure troviamo notizie negli atti pubblici aver il Pighi fatto raccor piante, estesone un catalogo conservatoci dal Pontedera, e fatto ristaurare la macchina idraulica e le fabbriche del medesimo, che ne aveano mestieri (26). Morto il Pighi, profferse di bel nuovo l’opera sua il Dalla Torre quanto alla scuola, proponendo ai Riformatori l’ab. Felice Viali, già stato professore a Pisa, perchè sotto la sua direzione attendesse al Giardino; il che fu concesso dal Magistrato, a condizione che il Dalla Torre seguitasse nella ostensione dei semplici, ed il Viali abitasse costantemente nell ’ Orto, come ritraesi dalla lettera 20 Marzo 1683 del Magistrato medesimo. In appresso avendo il Dalla Torre pubblicata la sua Historia plantarum, e per gli anteriori e lunghi servigi essendosi reso degno di una speciale rimunerazione, il doge Marcantonio Giustinian con lettera dei 3 Aprile 1687, dietro proposta dei Riformatori, lo promosse alla prima cattedra di Medicina pratica nello Studio; e riconoscendo non poterglisi conservare l’altra della ostensione dei