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Paroeneses ad rem herbariam publicis plantarum ostensionibus praemissa. Patav. 1644, 4.°

De florum usu Dissertatio habita anno 1602. V. Non. Maj. Pat. typ. Paul. Frambotti, 4.°

Syntagma anatomicum. Pat. 1641, Amstel. 1666.

Oltre ciò scrisse un’elegante lettera a Pietro Servio, professore di Medicina in Roma, che pubblicò poscia il Tommasini (Gymn. Pat. pag. 86), e contiene una descrizione dell’Orto nostro. Fu sepolto nella chiesa di S. Antonio, e gli fu eretto nella medesima per cura degl’illustri Ottavio Ferrario e Giovanni Rodio onorevole monumento.

Continuarono sotto di lui nella coltura dell’Orto Giovanni Macchion e Giulio Rizzi.

Passato di questa vita il Veslingio, gli fu poco stante nominato a successore nella lettura ed ostensione de’ semplici Giorgio Dalla Torre, gentiluomo di Padova, con ducale de’ 6 di Ottobre del 1649 di Francesco Molin, ed a richiesta degli scolari. Sotto la prefettura di lui fu riparata la casa del Prefetto con palafitta nel fiume, che ne lambe il lato settentrionale, e col ristaurarne il coperto; fu quasi rinnovato l’idroforo; fu costruita una conserva per custodirvi le piante di Creta, d’Egitto, delle Indie, e d’altri paesi caldi; fu rallargata d’un terzo e migliorata la casa de’ giardinieri. De ’ quali provvedimenti, che il Dalla Torre riferì allo zelo del senatore Angelo Marcello, allora prefetto della città, volle egli perpetuare la ricordanza con iscrizione da lui composta nello stile del tempo, che fu scolpita in lapide murata nell’interno del portone che guida al Giardino, donde per conservarla fu trasferita l’anno 1839 nell’atrio dell’abitazione del professore. Ivi essa può leggersi come segue: