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sua perizia, da essersi meritato e dai contemporanei e dai posteri durevole e chiara fama di distinto botanico ed anatomico. Nè men lodevole opera prestò il Veslingio all’Orto affidatogli; chè ritrovato da lui affatto privo di piante straniere (25), fu arricchito ben presto di rare specie procacciatesi dall’Egitto, dalla Spagna, dalle Indie. Nè a ciò contento, indusse egli i Riformatori a mandare in Creta a spese pubbliche un botanico raccoglitore, che si fu Ignazio Des Champs fiammingo, il quale di quell’isola trasportò all’Orto quasi trecento fra semi e piante vive, di cui stampò un catalogo il Tommasini (Gymn. Pat. pag. 90). Per le quali cure crebbe il Giardino nostro in numero ed isceltezza di vegetabili, come lo attestano i due elenchi stampatine dal Veslingio; l’uno col titolo: Catalogus plantarum Horti Gymnasii Patavini, quibus auctior erat anno 1642, Praefecto ejusdem Horti D. Jo. Veslingio (Patav. 1642), che nomina 1602 piante; l’altro sotto quello di: Catalogus plantarum Horti Gymnasii Patavini, quibus auctior erat anno 1644 etc. (Pat. eodem anno), che ne annovera 1647, e che venne anche ristampato dal Tommasini alla pag. 99. Alle quali aggiungendo quelle registrate in un autografo del Veslingio posseduto dal Pontedera, il novero delle piante che educavansi nell’Orto nostro a que’ tempi, per testimonianza del Pontedera medesimo, ammontava presso a duemila specie . Aveva il Veslingio, pria di venire a Padova, viaggiato in Grecia, in Palestina e in Egitto; perloché aveva potuto commentare ed illustrare le piante egizie osservate e descritte già dall’Alpino, aggiungendovene altre ancora da quest’ultimo non vedute. Continuò il Veslingio sino a’ tre di Settembre del 1649, cioè sino alla morte sua avvenuta in quel giorno, nel moltiplice incarico, pubblicando le seguenti opere di Notomia e di Botanica.

De plantis Egypti Observationes. Patav. 1638, 4.°

Opobalsami veteribus cogniti vindiciae. Patav. 1644, 4.°

De Balsamo Epistolae duae ad Baldum Baldum in Romano Gymnasio Practicae Medicinae Professori.