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Cortuso stesso trovata in Valstagna della provincia Vicentina, che appellò Cortusa, il qual nome tuttora rispettasi nella scienza.

De’ giardinieri dell’Orto non havvi notizia negli atti della Università dal 1574, anno in cui fu rimessa al Guilandino la cura di sceglierli e pagarli del suo, la quale continuò ancora al Cortuso, sino a che nel 1593 fu questi incaricato di stipendiarli per conto pubblico; e solo allora apparisce essere stati scelti da lui a titolo di primo e secondo Gastaldo Melchiorre Zambon e Battista Carraro, i cui salarii si pagarono sempre in appresso dalla cassa della Università. Cominciarono il loro servigio dal 10 Aprile di quell’anno: lo Zambon con ducati ottanta, e poscia novanta sino al 1616; il Carraro con ducati sessanta sino al 1594; a cui li 24 Febbrajo del 1595 successe Bartolommeo Tiso, che morì nell’ufficio in Febbrajo dell’anno 1617.

Il celebre Prospero Alpino di Marostica, che reduce da un viaggio fatto in Egitto nel 1580 con Giorgio Emo, avea già nome illustre fra’ medici e fra ’ botanici per opere pubblicate, e che sin dall’Aprile del 1594 tenea nello Studio nostro la lettura de’ semplici, fu li 3 Ottobre del 1603 incaricato insieme della custodia dell’Orto e della ostensione de’ semplici, come chiaramente ritraesi dalla testè citata ducale dei 5 Agosto 1606 di Leonardo Donato, esistente nell’archivio della Università, coll’aggiunta di soli ducati cinquanta all’anno alla sua paga ordinaria di ducati duecento. I meriti però distinti dell’insigne uomo movendo l’animo del Senato, gli valsero l’anno 1613 il cospicuo e inusitato aumento del suo stipendio sino a settecencinquanta ducati . Illustrò sommamente le due cattedre che copriva, e l’Orto ch’ei dirigeva, e continuò in questi incarichi sino alla morte, avvenuta l’anno 1616. Diede in luce le seguenti opere:

De Rhapontico Disputatio. Patav. apud Petr. Bertolium 1612, 4.°

De Balsamo Dialogus. Venet. 1592, 4.°