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deputata sifarà conserva di minerali, terre, pietre, gioje. In altra si conserveranno pesci ed animali marini, e tutti i mostri meravigliosi che manda il mare, sali, sponghe, coralli, e simili. Altre stanze serviranno per gli animali terrestri; altra per li volatili, che vi si terranno secchi e ben conservati. Talche da così vario e diverso ordine di cose si formerà un bellissimo e maraviglioso Museo a pro e beneficio degli studiosi di questa rara professione. Et in questo picciolo Theatro, quasi in un picciol mondo, si farà spettacolo di tutte le meraviglie della natura. Le quali parole, che il Porro scrive avere udite dal Cortuso, ho voluto io qui riferire a far manifesto come il Senato Veneto precorresse di qualche secolo le altre nazioni nel bellissimo divisamento di raccorre in un luogo solo quanti sono i naturali prodotti, onde coll’agevolarne lo studio facilitare ancora lo scoprimento delle utili applicazioni, di che potrebbero eglino vantaggiare la Medicina. Pure, benchè apparisca dal sopra detto ch’erano di già incominciate le stanze per riporvi siffatti oggetti, non fu oltre proseguito il lavoro, nè condotto a termine il generoso proposito. Ignorasi la vera epoca della morte del Cortuso, che alcuni molto verosimilmente riportarono al dì 21 Giugno del 1603. Sembra diffatti ch’egli cessasse dalla vita e dall’ufficio in quell’anno in cui finiva eziandio la riconferma concesságli per anni sei colla ducale 19 Dicembre 1596 di Marino Grimani, giacchè dalla ducale dei 5 Agosto 1606 di Leonardo Donato ricavasi essersi offerto prontamente Prospero Alpino il dì 3 Ottobre del 1603 ad accoppiare in sè solo alla Lettura, ch’ei professava sin dal 1594, la custodia ancora dell’Orto, e l’ostensione dei semplici ( resesi vacanti per la morte del Cortuso ), ed esservi stato anco eletto dai Riformatori d’allora . Nulla pubblicò colle stampe il Cortuso: studiò però molto accuratamente le piante, giovò de’ suoi lumi e fornì di specie ignote il Mattioli, il quale non contento di averne fatto onorevole ricordanza in assai luoghi de’ suoi Commentarii sopra Dioscoride, volle pure intitolargli una pianta dal